venerdì 24 febbraio 2017

IL CORTEGGIAMENTO IN GIAPPONE

COME SI CORTEGGIA IN GIAPPONE?

La sublime arte del corteggiamento nipponico


All'estero e specialmente in Giappone, l'italiano è visto come un playboy/latin lover/sciupafemmine che con i suoi modi romantici ed i suoi sguardi ammiccanti riesce a rubare qualsiasi cuore. Una ragazza giapponese mi disse una volta che fare l'occhiolino in Giappone non è una cosa molto educata e non è sempre ben vista, ma se a farlo è un italiano... Splash!

Per fortuna le ragazze giapponesi non sono venute in Italia negli ultimi tempi. Oggi gli uomini spendono più tempo dall'estetista ed in palestra che in un campo di calcio.
Maledette sopracciglia ad ali di gabbiano, hanno mandato in pensione le sopracciglia alla Ken Shiro che davano all'uomo quell'aspetto rude di chi è nato sotto le 7 stelle di Hokuto.
Si narra che qualcuno una volta abbia voluto provare l'ebrezza di perdersi nelle sopracciglia di Ken il guerriero e ne sia uscito solo dopo giorni, in condizioni di malnutrizione e profondo shock.
Comunque, anche con le sopracciglia "potate", l'immaginario giapponese vede l'uomo italico come un romantico sciupafemmine.


Perché?
Perché il ragazzo giapponese sa corteggiare le donne quanto un italiano medio ne sa di fisica quantistica. 'Na beata mazda!
No, non la macchina...
I giapponesi sono molto introversi e non abituati a manifestare i loro sentimenti. Ognuno di noi avrà visto anime o letto manga in cui ha potuto riscontrare tutto ciò che vi sto dicendo; e vi sconvolgerà il sapere che nella realtà... sono anche peggio.
Hanno un grosso blocco nel relazionarsi con l'altro sesso (ma spesso anche con lo stesso sesso) che li pone sempre due passi oltre il distacco. Lontani, difficilmente raggiungibili.
Per carità, il "mollicone" che ci prova con tutte lo troverete anche lì, ma sono pochi ed in genere poco considerati.


E perché se a farlo è un italiano allora è cool ma se lo fa un giapponese no?
Per rispondere bisognerebbe entrare nei meandri oscuri dell psiche giapponese e non è questo il momento... (modo elegante per dire che non lo so).
Rimane il fatto che molti ragazzi non si sbilanciano e non sanno come approcciare una donna.
Molte volte amici e conoscenti giapponesi mi hanno chiesto consigli sul come fare e qualche trucco per "rimorchiare", ed ho scoperto una verità sconvolgente: siamo effettivamente più preparati!

In Italia impariamo ad interagire con il gentil sesso sin da bambini, persino all'asilo.
Il modo giusto di parlare ad una ragazza, il trattarla sempre bene, l'aprirle la porta, spostare la sedia per farla accomodare... Sono tutte cose che ci insegnano i nostri genitori da bambini (soprattutto le nostre madri) e che diamo per scontate.
Ma scontate non sono...
Nel resto del mondo non sanno farlo. (Ovviamente non tutti gli italiani padroneggiano l'ars amatoria ma una buona percentuale sì)

Il più famoso playboy italiano all'estero

In Giappone, ad esempio, capita molto spesso che sia la donna a fare il primo passo verso il ragazzo che le piace, cosa che in Italia, un po' di tempo fa, sarebbe stata impensabile (ora le nuove generazioni femminili sono diventate più spavalde anche nella nostra amata penisola, per fortuna).
San Valentino è un'ottima scusa per dichiararsi ai ragazzi ma non è l'unica (se non avete ancora letto il mio articolo su San Valentino, non potete perdervelo: San Valentino in Giappone).
Le scuole miste (in Giappone è ancora frequente trovare scuole prettamente femminili o maschili) sono il fertile terreno dove crescono la maggior parte delle relazioni amorose. Finite le scuole ed immersi nel mondo lavorativo, il tempo e le occasioni per conoscere nuove persone va pian piano diminuendo ed ecco che fanno il loro ingresso, nella vita di molti giapponesi, i famigerati Gokon (合コン): gli appuntamenti al buio o combinati.

Come funzionano i Gokon?
Una ragazza porta con se delle amiche, un ragazzo alcuni amici (l'importante è che il numero di uomini e di donne sia lo stesso) e ci si incontra per vedere di far quagliare qualcosa...
Se la cosa va bene e c'è del feeling si può pensare ad un primo appuntamento.
Ricordate una cosa: il popolo giapponese è molto formale. Non basterà chiedere ad una ragazza di uscire più volte, baciarla e magari spingersi anche oltre; se non avrete posto la giusta domanda lei sarà ancora molto in dubbio su di voi e non saprà cosa siete: amico? "amico di penna"? ragazzo?
Vorranno sentirsi chiedere quelle 5 paroline magiche che improvvisamente dilegueranno ogni loro dubbio sulla vostra relazione: vuoi essere la mia ragazza?
Ovviamente la risposta sarebbe stata sì sin dalla seconda uscita o non avrebbero continuato a vedervi, ma non è questo a sconvolgermi; piuttosto questo loro ossessivo bisogno di certezza oltre l'ovvio.
Devono firmare un contratto e voi dovete sottoscriverlo.

Attenzione! Questo è l'aspetto meno triste.

Passati i 25 anni, la società giapponese preme perché tu abbia un partner ed una famiglia. Non è bene essere single. 
Nein Nein Nein. Male Male!!! A tratti malissimo!!!


Comincia quindi quella che è una corsa contro il tempo alla ricerca del partner: genitori che presentano candidati, amici che programmano uscite con loro amici pur di farti accasare, amici di amici improponibili che si propongono, la vicina di casa che ha un pronipote single tanto caro e gran lavoratore e, come ultima spiaggia, l'incontro con lo straniero (il Gaijin)!!! Sacrilegio!!!

Ragazza giapponese single sulla trentina mentre realizza le sue possibilità residue

Le uova di queste signorine sono in scadenza e tutta lo società nipponica, non amando gli sprechi, si prodiga alla ricerca di un partner per la single di turno (ma lo stesso vale per gli uomini).
Conoscenze lampo e fidanzamenti flash!
Matrimoni sprint in doppia seduta (firma in comune in 3,6 secondi che "ho la macchina in doppia fila ed il pesce rosso solo a casa" e cerimonia più in là nel tempo, a seconda di ferie e soldi).
Gravidanze dopo qualche mese di conoscenza, incontri tra famiglie di un imbarazzo che nemmeno se sganci la peggior puzza del mondo in ascensore.

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi...

Ricordo di aver rincontrato una mia amica giapponese dopo 4 mesi (giuro! Erano passati esattamente 4 mesi); l'avevo lasciata 29enne single e l'avevo ritrovata 29enne sposata ed incinta. Non riuscivo a credere ai miei occhi.
Matrimoni che poi, ovviamente, saltano al primo problema, come se pesti una mina sotto un cartello che dice: ATTENZIONE! Campo minato! SBAAAAMMM!!!
Che peccato! Andavano così d'accordo...
Divorzi ancor più veloci dei corteggiamenti (che vi assicuro sono più veloci di un corso accelerato all'uso dello spazzolino elettrico), figli che nella loro vita non incontreranno mai più uno dei due genitori e così via.

Tutto nel nome del santissimo Giappone, tutto nel nome di una società che sta invecchiando e che ha urgente bisogno di nuove nascite. Che il bonus bebè sia con voi.

Andate e moltiplicatevi!

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