KANAMARA MATSURI
Quando il pene diventa il protagonista di una festività
Esiste in Giappone una festa molto particolare in cui migliaia di persone si riuniscono ogni prima domenica di Aprile per inneggiare ed acclamare il pene.
Ebbene sì! Proprio lui. Il ciclope calvo, il fungo boletus rosa, il simpatico e primordiale organo di pensiero degli uomini, prima ancora del cervello.
L'uomo, si sa, prima di attivare delle connessioni neuronali cerebrali deve bypassare il proprio organo sessuale, altrimenti le due schede vanno in conflitto e sapete tutti come finisce... Vince il simpatico omino rosa.
Le donne invece non hanno questa fortuna e devono ragionare sempre e solo con un cervello. Deve essere davvero limitante. Ciù is megl che uan!
Fatto sta che ogni prima domenica d'Aprile, numerose famiglie e single giapponesi si riversano nelle strade di Kawasaki per festeggiare la fertilità, assistendo a sfilate di statue enormi a forma di pene, baldacchini con peni d'ebano, ragazze che cavalcano missili lignei di fallica forma manco fossero delle cavallerizze di un rodeo texano, centinaia di persone che degustano lecca lecca dalla forma ambigua (manco tanto!) e soprattutto lui, il mistico essere con la proboscide al posto del naso: il PENEFANTE.
Il penefante ha una certa età e si vede, ma lui se ne frega di ciò che pensa la gente e vaga tronfio per le strade di Kawasaki mostrando la sua proboscide rosa come a dire spavaldo "la mia è più grande".
Scene di ordinaria follia.
Il mitologico Penefante |
In realtà la festa avrebbe anche un'origine abbastanza seria. Sebbene ad oggi sia intesa come celebrazione della fertilità e in moltissime vi si recano per pregare e chiedere una gravidanza, un dolce parto e l'armonia familiare, in passato era luogo di preghiera in cui, soprattutto le prostitute, invocavano la protezione degli dei verso le malattie sessualmente trasmissibili.
Ancora oggi nella scia di quelle antiche tradizioni l'incasso della festa viene devoluto alle associazioni per la lotta all'AIDS, ma la festa ha acquistato un aspetto molto più folkloristico e meno "spirituale".
Non vi è moltissimo altro da aggiungere sulla manifestazione, le immagini parlano da sole però, se doveste trovarvi in Giappone la prima domenica di Aprile, fossi in voi un salto ce lo farei pure.
Attenti a dove mettete i piedi però e, soprattutto, a chi date le spalle. Caxxi vostri!
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